lunedì 15 dicembre 2008

I Sindaci … discutono, gli Imprenditori fanno riunioni e cene di gala, i cittadini stanno zitti … l’Isola muore.

Trasporti marittimi: la Caporetto del sistema economico, politico e sociale dell’isola d’Ischia sempre di più in balia delle … onde.
Leggo dagli organi di stampa di iniziative, incontri, discussioni, diffide, denunce che vedono protagonisti anche e soprattutto i Sindaci dei Comuni della nostra Isola, soprattutto quelli che non perdono occasione per “farsi vedere”. Praticamente tanto rumore per nulla!!! La serrata continua!!! E così tanti cittadini della nostra Isola in balia dell’ultimo comandante della Caremar che decide di non partire, sono costretti a rinunciare alla giornata di lavoro, a perdere aerei e soldi, visite mediche ed appuntamenti importanti. Tristi ed a volte drammatiche storie che si ripetono. L’11 dicembre u.s. dopo che inopinatamente la Caremar decide di sospendere due corse per Pozzuoli alle 8,30 e per Napoli alle 8,45 per incanto, come se navigasse per altri mari, la Medmar deicide di partire alle 10.10 da Ischia per Pozzuoli ed alle 11.10 da Casamicciola Terme per Pozzuoli. Troppo tardi per molti, tanti, troppi. Una farsa. Questa mattina la storia si ripete e succede l’inverosimile. Due corse della Caremar vengono annullate dopo la emissione dei biglietti, con ammalati in ambulanza che aspettano ore per il trasferimento in terraferma, gente che vanamente spera di poter tornare a casa senza tenere conto di quello che intanto accadeva in Terraferma con pazienti, neonati che aspettavano e speravano di poter rientrare ad Ischia dopo giorni di degenza ospedaliera. Ancora tristi scene di disperazione. E così la storia continua gli armatori privati continueranno a scioperare, i comandanti della Caremar, per fortuna non tutti, continueranno a decidere arbitrariamente ed ingiustificatamente di non partire e l’Isola diventa sempre più drammaticamente isolata come mai accaduto negli ultimi 50 anni. Non c’è una biglietteria che risponde al telefono o che fornisce informazioni circa il piano delle partenze, non un operatore che ritiene di dover dar conto di quello che accade. Non si capisce più nulla. Si potrebbero fare tante proposte circa la richiesta di coperture assicurative da parte delle compagnie di navigazione circa le mancate partenze o meglio spiegare ai dipendenti della Caremar, come agli armatori Privati, che se vogliono solidarietà per la salvaguardia del posto di lavoro piuttosto che per la defiscalizzaizone di oneri fiscali e previdenziali, sarebbe il caso che questi rispettassero l’utenza ed i bisogni primari dei cittadini dell’isola d’Ischia. Ma purtroppo è tutto più drammatico di quello che sembra. Altro che crisi finanziaria, altro che crisi del turismo, altro che progetti, programmi di sviluppo. Qui manca tutto. Una vergogna. È necessario prendere coscienza che è in corso un pericoloso, costante, peggioramento delle condizioni di vita sulla nostra Isola. L’ospedale che viene declassato, la sicurezza stradale sempre meno garantita, il crescente disagio giovanile. E tutto non avviene per caso. La verità nuda e cruda è che ancora una volta Ischia, il sistema Ischia non si dimostra all’altezza dei tempi che viviamo, ma cosa ancora più grave non si dimostra all’altezza del grandissimo patrimonio di cui dispone, non si dimostra all’altezza della propria storia e degli esempi che essa ci ha trasmesso. Un Isola di contadini e pescatori laboriosi ed onesti, di armatori come Agostino Lauro che mai avrebbero pensato di intraprendere iniziative che ledevano i bisogni dei propri concittadini, di marittimi che sapevano assumersi le giuste responsabilità facendo proprie le esigenze dell’utenza. Non erano altri tempi, erano altri Uomini. Oggi quali sono i valori ed i principi che guidano il nostro agire? Quali sono le direttrici che guidano le scelte della nostra classe dirigente che si parla sempre di più addosso e non riesce ad essere riferimento, a dare risposte concrete? Quale ruolo svolge una classe imprenditoriale sempre di più impegnata in sterili iniziative di facciata dove non mancano mai le ormai consuete cene di gala. È necessario ed urgente reagire lasciandoci guidare da buon senso, ma soprattutto da quel pragmatismo e da quel senso pratico che hanno guidato i nostri padri protagonisti di una storia importante che ha fatto di Ischia un riferimento importante e non solo nel settore turistico.

1 commento:

Vito Iacono ha detto...

'o mare


"'O mare fa paura"
Accussì dice 'a ggente
guardanno 'o mare calmo,
calmo cumme na tavula.
E dice 'o stesso pure
dint' 'e gghiurnate 'e vierno
quanno 'o mare
s'aiza,
e l'onne saglieno
primm' a palazz' 'e casa
e pò a muntagne.
Vergine santa...
scanza 'e figlie 'e mamma!

Certo,
pè chi se trova
cu nu mare ntempesta
e perde 'a vita,
fa pena.
e ssongo 'o primmo
a penzà ncapo a me:
"Che brutta morte ha fatto
stu pover'ommo,
e che mumento triste c'ha passato".
Ma nun è muorto acciso.
È muorto a mmare.
'O mare nuna cide.
'O mare è mmare,
e nun 'o sape ca te fa paura.

Io quanno 'o sento...
specialmente 'e notte
quanno vatte 'a scugliera
e caccia 'e mmane...
migliara 'e mane
e braccia
e ggamme
e spalle...
arraggiuso cumm'è
nun se ne mporta
ca c' 'e straccia 'a scugliera
e vveco ca s' 'e ttira
e se schiaffea
e caparbio,
mperruso,
cucciuto,
'e caccia n'ata vota
e s'aiuta c' 'a capa
'e spalle
'e bracce
ch' 'e piede
e cu 'e ddenoccie
e ride
e chiagne
pecché vulesse 'o spazio pè sfucà...
Io quanno 'o sento,
specialmente 'e notte,
cumme stevo dicenno,
nun è ca dico:
"'O mare fa paura",
ma dico:
"'O mare sta facenno 'o mare".